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Allarme tsunami Cuba, Haiti e Bahamas

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Un allarme tsunami è stato lanciato per tutta la regione delle Antille. In seguito al terremoto di magnitudo 7.0 Richter che si è prodotto vicino alla costa dell’isola di Haiti, con epicentro ad appena 16 chilometri dalla capitale Port-au-Prince, il centro di prevenzione tsunami statunitense ha lanciato l’allerta per Cuba, Haiti, Repubblica Domenicana e Bahamas. Il Pacific Tsunami Warning Center statunitense ha lanciato l’allerta precisando che “non c’è minaccia di uno tsunami distruttivo su tutta l’area”, ma sono possibili “tsunami locali sulle coste nel raggio di cento chilometri dall’epicentro del terremoto”. Alla prima scossa, ne sono seguite altre due, rispettivamente di magnitudo 5,9 e 5,5.

Haiti: onde gigantesche su spiagge
Cuba, evacuate 30 mila persone per allarme tsunami

‘’Dopo il terremoto onde gigantesche si sono abbattute su spiagge e strade e si portavano via i morti’’ ha detto un testimone ad Haiti. ‘’Alcune strutture dei palazzi presidenziali e del Parlamento sono crollate. Ci sono cadaveri dappertutto’‘, ha riferito Cristina Iampieri, un avvocato italiano che lavora all’Onu a Port-au-Prince. E intanto a Cuba circa 30 mila persone sono state evacuate da Baracoa in seguito all’allarme tsunami. Lo rendono noto oggi i media cubani.

Cuba, evacuate 30mila persone per l’allarme tsunami
L’AVANA (13 gennaio) – Circa 30 mila persone sono state evacuate da Baracoa (la città piu orientale del Paese) a causa dell’allarme tsunami per il terremoto ad Haiti.
Lo rendono noto i media cubani. In poco meno di un ora gli abitanti di Baracoa si sono rifugiati ieri nelle zone più alte della città e sono rientrati nelle proprie case in serata, quando è cessato l’allarme tsunami del Pacific Tsunami Warning Center degli Stati Uniti.

L’evacuazione è avvenuta nonostante il Centro nazionale di inchieste sismologiche di Cuba avesse considerato «molto poco probabile» che ci fosse uno tsunami. Il terremoto è stato sentito forte anche nell’est di Cuba, distante 77 chilometri da Haiti.

Si teme siano migliaia le vittime del terremoto di magnitudo 7 della scala Richter che questa mattina ha sconvolto Haiti. Numerosi gli edifici crollati nella capitale Port-au-Prince, tra cui quello che ospita la missione Onu. E sono tanti i funzionari e i caschi blu delle Nazioni Unite che al momento risultano dispersi, tra cui il capo della missione, Hedi Annabi. L’unica notizia certa, per il momento, è la morte di tre peacekeeper giordani e il ferimento di altri 21. Al momento non risultano italiani coinvolti, come ha spiegato Fabrizio Romano, capo dell’Unità di crisi della Farnesina. In macerie anche il palazzo presidenziale, anche se il capo dello Stato, Rene Preval è riuscito a mettersi in salvo. Alla prima scossa ne sono seguite altre di intensità inferiore, che hanno però seminato il panico tra la popolazione. Scattato l’allarme tsunami, che potrebbe coinvolgere Cuba. Le autorità dell’Avana hanno evacuato la popolazione di Santiago, nella parte orientale dell’isola, per precauzione. Squadre di soccorritori sono al lavoro ad Haiti da ore, mentre si è già attivata la macchina degli aiuti internazionali. Tra i primi ad annunciare l’invio di aiuti, gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e il Venezuela.

“Il mio cuore va alla popolazione di Haiti, dopo questo devastante terremoto”, ha commentato il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon. Sulla catastrofe è intervenuto anche il presidente Barack Obama ha rivolto “i suoi pensieri e le sue preghiere” alla popolazione di Haiti, duramente colpita dal sisma. Anche l’Italia si è mossa, annunciando la partenza in giornata di un volo – predisposto dalla Protezione civile, la Farnesina e la Croce Rossa -, con a bordo un ospedale da campo e un’equipe medica specializzata in interventi di emergenza. Ad Haiti intanto è il caos, si scava tra le macerie alla ricerca di sopravvissuti, ma già si registrano episodi di sciacallaggio. Tra gli edifici crollati nella capitale anche un albergo, l’hotel Montana, frequentato da turisti. E si teme per la vita delle circa 200 persone che al momento del crollo si trovavano nel palazzo. Distrutti numerosi altri edifici che ospitano ministeri e istituzioni internazionali, mentre fortunatamente l’aeroporto non ha riportato danni. La Banca Mondiale ha annunciato l’invio di un team di esperti, che affiancherà le autorità di Haiti nella stima dei danni. Il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite ha predisposto un volo con 87 tonnellate di aiuti alimentari per dare prima assistenza alla popolazione di Haiti, colpita dal violento sisma. Secondo quanto riferito dalla portavoce, Bettina Leuscher, nella sede di New York, il primo carico di aiuti servirà a sfamare circa 30mila persona per una settimana. E aiuti per un valore di 200mila dollari sono stati messi a disposizione dalla Banca di sviluppo interamericana.

Un fortissimo terremoto ha colpito la capitale di Haiti, distruggendo molti edifici come il palazzo presidenziale e seppellendo, sotto le macerie, migliaia di persone. Un palazzo di cinque piani delle Nazioni Unite è crollato ieri a causa del terremoto di magnitudo 7, il cui epicentro si è verificato a soli 16 chilometri da Port-au-Prince, il più violento a colpire la povera nazione caraibica in oltre 200 anni.

Il premier di Haiti ha fatto la sua catastrofica previsione, sul possibile bilancio del devastante terremoto, in un’intervista telefonica oggi con la rete televisiva Cnn. Alla richiesta di fare una stima delle dimensioni della tragedia il premier haitiano ha risposto che i morti “potrebbero essere oltre 100 mila”.

Le immagini trasmesse da Reuters television da Port-au-Prince, una città di 1 milione di persone, mostrano caos nelle strade, con centinaia di persone in lacrime e in preda al panico tra le macerie.
Uffici, alberghi, case e negozi sono crollati. Del palazzo presidenziale è rimasta la cupola sopra un cumulo di macerie.

Le Nazioni Unite hanno fatto sapere che molti membri del proprio staff che lavoravano nell’isola risultano ora dispersi dopo che anche il quartier generale dell’Onu è crollato. Un portavoce della Farnesina ha detto a Reuters che “verifiche su eventuali italiani coinvolti sono in corso, ci sono grosse difficoltà di comunicazione con il Paese al momento”.

Haiti, il paese più povero dell’emisfero occidentale, non è ben attrezzato per rispondere a simili disastri. “Rivolgo un appello al mondo, specialmente agli Stati Uniti, a fare quel che fecero per noi nel 2008 quando quattro uragani colpirono Haiti”, ha detto Raymond Alcide Joseph, ambasciatore di Haiti a Washington, in un’intervista alla Cnn. All’epoca gli Usa mandarono una nave ospedale al largo di Haiti.

Una nuvola nera. “Tutta la città è una grande nuvola nera. Ci sono migliaia di persone sedute per strada che non sanno dove andare”, ha detto Rachmani Domersant, manager della fondazione di beneficenza Food for The Poor. “La gente sta correndo, urlando, piangendo”. L’intera città è al buio, ha aggiunto Domersant. Nel quartiere collinare di Petionville, non si vedono né polizia né mezzi di soccorso. “La gente sta cercando di tirare fuori le persone dalle macerie con delle torce elettriche. Centinaia di morti? Significherebbe sottovalutare la situazione”.

Funzionari Onu hanno detto che le normali comunicazioni sono interrotte e l’unico modo per parlare con la gente sul posto è via telefono satellitare. Le strade sono ricoperte di macerie.
Il terremoto è stato avvertito anche nella base navale di Guantanamo, a Cuba, dove sono detenuti 198 sospetti di terrorismo, ma il Chief Petty Oficer Bill Mesta ha fatto sapere che non ci sono stati danni alla prigione.

Dale Grant, geofisico dell’Us Geological Survey a Golden, Colorado, ha definito quello di oggi il peggior terremoto dal 1770. “In quella zona ci sono stati due terremoti simili, nel 1751 e nel 1770, ma da allora mai si era verificato qualcosa di simile”, ha detto Grant.
La terra non ha mai smesso di tremare ad Haiti. Dopo la prima scossa devastante di magnitudo
7,3 alle 16,53 locali (le 20,53 in Italia) ne sono seguite altre 31 di intensità compresa tra 5,9 e 4,2 gradi della scala Richter. L’ultima è stata registrata alle 2,23 (le 8,23 in Italia) Lo riferisce il Servizo Geologico statunitense (Usgs).

Gli italiani. Gli italiani presenti a Haiti sono circa 190 e al momento non si ha notizia che alcuno di loro sia rimasto coinvolto nel terremoto che ha devastato il Paese. Lo ha riferito il capo dell’Unità di crisi della Farnesina, Fabrizio Romano, intervenendo a Radio anch’io. “Al momento non risultano connazionali coinvolti ma la mancanza di informazioni non vuol dire che non ce ne siano”, ha avvertito Romano. Il capo dell’Unità di crisi ha spiegato che gli italiani residenti a Haiti sono 180 a cui se ne aggiunge una decina che ha segnalato la propria presenza a “Dove siamo nel mondo”.

Gli aiuti. Gli Stati Uniti si sono immediamente mobilitati per portare aiuto al paese, ma il portavoce del dipartimento di Stato ha sottolineato che al momento è difficile, con le comunicazioni ancora difficilissime, dare una valutazione della situazione: «chiaramente il bilancio delle vittime sarà molto pesante – ha detto Philip Crowley – una delle questioni principali è capire quale sia la situazione dell’aeroporto e quando e come possiamo iniziare ad mandare aerei con i soccorsi». Il segretario di Stato Hillary Clinton ha parlato di «terremoto catastrofico» e poi il presidente Barack Obama ha inviato un messaggio in cui promette un intervento immediato di aiuto. Il presidente Usa Barack Obama ha rivolto i suoi “pensieri e le sue preghiere” alle persone di Haiti e ha immediatamente promesso aiuti da parte degli Stati Uniti. La Inter-American Development Bank ha garantito immediatamente 200.000 dollari come aiuti umanitari.

Due aerei francesi con aiuti e squadre di soccorso sono in partenza oggi per Haiti. Lo hanno reso noto fonti ufficiali a Parigi, precisando che un aereo decollerà da Fort-de-France e l’altro da Marsiglia. Il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini, ha spiegato che l’italia «non lesinerà sforzi per essere in concreto vicina alla popolazione haitiana, e naturalmente agli italiani presenti nell’area del terremoto». Il governo venezuelano ha annunciato l’invio di «una squadra di aiuto umanitario» composta di cinquanta uomini con beni alimentari e medicinali.

Morto l’arcivescovo della capitale. Il corpo senza vita di mons. Serge Miot, arcivescovo della capitale Port-au-Prince, è stato ritrovato sotto le macerie dell’arcivescovado. Lo riferisce l’agenzia missionaria Misna che cita i missionari della Società di Saint Jacques, presenti in Haiti da oltre 40 anni. “Si è inoltre senza notizie – afferma la stessa fonte – del vicario generale, mons. Benoit”.
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